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Z56 BERATO (5,5:
E de' mortali l'anime s'atterrano (e).
Ma se tu sgombri il nubiloso velo ,
Sta presso te l' auretta del mattino,
Sorride, il Sole , e si rallegra ii cielo,
Dolce garrisce il bel rivo azzunino ;
Verdi cespugli sul nativo stelo
Rizzano il capo già dimesso e chino,
E i cavrioli su l' erbette fresche
Van saltellando con festose tresche.
Silenzio: io sento un mormorio piacevole,
Farmi udir voci che di là mi chiamano:
Questa è la voce di Fingàl, ma fievole;
Gli orecchi miei gran tempo è che la bramano.
Vieni, Ossian vieni alla cerulea chiostra;
Assai di fama al genitor donasti:
Sian muti i campi della gloria nostra {cf).
Pur fia che 'l nome all'altre età sovrasti;
Alle quattro mie pietre ognun si prostra j
Sonò d'Ossian la voce, omai ci basti:
Vieni, figlio diletto, ha vieni a noi,
Già ti stendon le braccia i padri tuoi.
E ben, padri famosi , a voi ne vegno.
sentimento rTie concilj un ritratto con l'altro, e faccia strada
alle immagini susseguenti.
(c) L'originale : temnno i figli dei piccoli uomini. Il tra-
duttore ha voluto esprimere quel di Virgilio: mortalia corda
per gentes humilis stravit pavor.
(d) Non essendoci più chi combatta, essendo mancata la
stirpe de' valorosi.

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