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(.72) BERATO 341
Egli le braccia di Larmorre antico
Strinse di nodi , e si locò nel seggio
Del genitore oppresso. 11 Re si stette
Più di languendo entro una grotta oscura,
Lungo il rotante mar, grotta che mai
Non visitò la mattutina luce^
Né per la notte rischiarolla il foco
D'accesa quercia: d'oceàn soltanto
Vi freme il vento, e nel passar la sgua rda
L'ultimo raggio'di cadente Luna »
O il luccicar d' ur>a rossiccia stella,
Che tremola sull'onde e vi si tinge.
Alfin fuggendo per lo mar, di Selma
Venne Smito al regnante, il 6do Smito,
Fin da' frese' anni di Larmòr compagno:
Venne, e del re di Berato dolente
Narrò la storia. Di magnanim'ira
Fingal s'accese, e tre fiate all'asta
Stese la man, che d' Utalo nel sangue
Già tingersi volea: se non che innanzi
Gli balenò di sue passate imprese
Tutta la luce {oc) ; e con Toscarre invia
Me giovinetto al buon Larmorre. Un rivo
componimento par più donzella eh' eroe, mostrandosi più sen-
sibile alia bellezza che alla malvagità di costui.
(x) E temè di oscurar la sua gloria, se intraprendesse in
persona una pircola guerra contro un nemico oscuro, e noto
»olo f er un tratto di bassa malvagità . 7'. /.

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