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(,3v) OTTONA 39.5
Rapide gl'inseguìr: dieci sull'erme
Rupi cader, le risonanti vele
Gli altri spiegare, e si salvar nell'onde.
Versola grotta dell'amata Oitona
Gauloi passi rivolse: egli alla rupe
Vede appoggiato un giovinetto : un dardo
Gli avea tra6tto il fianco; e debolmente
Volgea sotto 1' elmetto i stanchi lumi .
Rattristossene Gaulo,ea lui di pace
Le parole parlò: Può la mia destra
Risanarti, o garzon ? spesso su i monti,
Spesso su i patrj rivi in traccia andai
D'erbe salubri, e dei guerrier feriti
Rammarginai le piaghe, eia lor voce
Benedisse la mano, ond' ebber vita .
Son possenti i tuoi padri? ov'han soggiorno?
DiUomi o giovinetto. Ah se tu cadi
Ricoprirà tristezza i rivi tuoi ,
Che nel tuo fior cadesti. I padri miei,
Con fioca voce il giovine rispose ,
Possenti son, ma non saran dolenti,
Che già svanì qual mattutina nebbia
La fama mia. S'erge a Duvranna in riva
Nobil palagio (2) , e nella onda soggetta
(z) Ma Duyranna non era il soggiorno d' Oitona ? Quest»
Junque dovea esser un giovine del seguito d'Oitona stessa.
E forse credibile che Dunromath l'avesse condotto seco per far
compagnia alla sua bella nei momenti oziosi? E come fu ch'egli
non era al di lei fianco né si fece prima vedere a Gaulo? Quel

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