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3j8 OITOW (6.
Sopra l'onde volò: nel terzo giorno
Di mezzo il mar , co ne ceruleo scu lo (/"),
Tromalo sorse; e contro i sco^jli suoi
L'infranta rimugghiava onda canuta.
Sola e dolente sul deserto lito
Sedeva Oitona, ed agguardava il mare,
Molle di larga lagrimosa vena :
Ma Gallio ravvisò ; scossesi , altrove
Rivolse il guardo suo, rossor le infoca
L'amabiI faccia , e gliel' atterra f un tremito
Per le membra trascorrele: fii^sirne
Tentò tre volte, le mancaro i passi [g).
Fugge Oitona da GauloPoimè, dagli occhi
M'escon fiamme di morte? o mi s'offusca
L' odio nell'alma , e mi traspiia in volto;
Raggio dell'oriente agli occhi miei ,
Cara , sei tu , ohe in regione ignota
Risplende al peregrin... ma tu ricopri
Di tristezza il bel volto; il tuo nemico ("//)
Forse è qui presso? il cor m'avvampa e freme
(y ) Peicliè rotondo e ricoperto di nebbia .
(g) ?i sarebbe creduto cbe Oitona dovesse consolarsi allr.
vista di Gallio , rome d' un amarle e liberatore . Tutto al con-
trarlo ella rinuaidaciò come il cumolo della sua miseria . Ella
teme in Gaulo un testimonio della sua vergogna, e un testi-
monio il pili interessato d'ogn' altro. Ossian ci dà in Oitona
l'esempio della più squisita delicatezza d' onore .
(h) Gaulo non nomina Dunromath come amante, ma co-
me nemico d'OitlioTia . Questa maniera di consolarla è ben pii
delicata di qualunque discorso.

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