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(43) OITONA 3.7
Le trasparia nel petto una ferita {d) .
Stette sopra l'Eroe. Gaulo tu dormi;
Tu già sì caro e grazioso agli occhi
D'Oitona tua? Donne il mio Gaulo, intanto
Che bassa io son ? volvesi il mare intorno
La tenebrosa Tromato romita,
Ed io nelle mìe lagiime m'assido
Dentro la grotta: e pur sedessi io sola !
Al fianco mio l'oscuro sir di Cuta
Stassi neir.ivvampante atrocitade
De' suoi desiri (e), e mi circonda : ah Gaulo,
Che far poss'io? . . . piìi impetuoso il nembo
Scosse la quercia, e dileguossi il sogno.
Gaulo abbrancò la lancia, e nelle smanie
Del furor si ravvolse : ali' oriente
Volgea spesso lo sguardo, ed accusava
La troppo tarda mattutina luce.
Ella pur sorse alfine ; erse le vele ,
Scese il vento fremente, ei saltellando
(<i) Oitona non era ancor morta. Perciò non si veJe come
il poeta finga ch'ella comparisca a Gaulo. Potrebbe dirsi che
essendo già noto a Gaulo l'ainoree il carattere di Dunromath ,
egli avesse sospettato quello che era , e che poscia, come spes-
so accade, la sua accesa fantasia gli avesse fatto veder in so-
gno ciò ch'egli s'era immaginato vegliando. Ma la circostan-
za dell' isola di Tromathon , eh' egli non potea prevedere , non
lascia luog/j a questa spiegaiioue . Perciò sembra più probabi-
le , che l' Oitona che comparisce a Gaulo non sia l'ombra di
essa , ma piuttosto il suo spirito tutelate che abbia presa la sua
figura.
[e) L'originale; egli è qui nella rabbia del suo amore.

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