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(272) LATMO 299^
Movemmo per le tenebre notturne,
Finché giungemmo al mormorio d' un rivo,
Ch'a una frondosa sibilante pianta
L'azzurro corso e garrulo frangea.
Colà "iiinofemmo, e ravvisammo l'oste
Addormita di Latmo : erano spenti
Sulla piaggia i lor fochi , e assai da lungi
De'lor notturni scorridori i passi.
Sollevai l'asta , onde su quella inchino
10 mi slanciassi oltre il torren«te: allora
Gaulo per man mi prese, e dell'eroe
Le parole parlò : Che ? vorrà dunque
11 figlio di Fingàl spingersi sopra
A nemi(:o che dorme? e sarà come
Nembo notturno che ne vien furtivo
A sbarbicar le giovinette piante?
Ah non così la gloria sua Fingallo
Già ricevéo , né per sì fatte imprese
Del padre mio su la canuta chioma
Scese fama a posarsi. Ossian, colpisci
Lo scudo della guerra , alzinsi pure
Alzinsi i loro mille, incontrin Gaulo
Nella prima sua zuffa , ond' ei far prova
Possa della sua destra {v) . A cotal detti
(v) La proposizione di Gaulo è molto più nobile e più de-
gna d' un vero eroe di quel che siala condotta d' Ulisse e Dio-
mede nell'Iliade, o quella di Niso e d' Eurialo nell'Eneide.
Vedremo in seguito che ciò che gli fu suggerito dal valore e
^ftlla generosità divenne il fondamento del buon successo del-

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