Skip to main content

‹‹‹ prev (303)

(305) next ›››

(304)
3oo L\TMO (09.9)
Brillommi il cor, mi scesero dagli occhi
Lagrime di piacer; sì, Ganlo , io dissi,
T' incontrerà il nemico ; ah sì la fama
Sfavillerà del valoroso e degno
Figlio di Morni: o giovinetto eroe.
Sol non lasciarti trasportar tropp' oltre
Dal tuo nobile ardire: a me dappresso
Splenda l'acciaro tno,scendan congiunte
Le nostre destre: quella rupe, o Gaulo ,
Non la ravvisi tu? ì;Iì ermi suoi fianchi
Di fosca luce splendono alle stelle.
Se il nemico soverchia , a quella balza
Noi fcrmerem le spalle: allor chi fia
Che d'appressarsi ardisca a queste lance
Dalla punta di morte? Io ben tre volte
Il mio scudo picchiai. L'oste smarrita
Scossesi: si scompigliano , s' affollano
I passi lor; che '1 gran Fingali© a tergo
D' aver credeano: oblìan difese ed armi j
E fuggendo stridean , come talvolta
Stride ad arido bosco appresa fiamma.
Allor fu che volò la prima volta
L' as»;a di Gaulo, allor s'alzò la spada ;
Né invan s'alzò: cade Cremòr, trabocca
r impresa . Poiché i nemici spaventati dal suono dello scudo
di Ossian, che era genetalraente il segnale della battaglia s'im-
maginarono che r intera armata di Fingal venisse ad :issalirli :
Cosicché essi fuggono veramente da un'annata, non da due
ì^uerrieri. Con ciò si concilia il mirabile col verisimile. T. i'<

Images and transcriptions on this page, including medium image downloads, may be used under the Creative Commons Attribution 4.0 International Licence unless otherwise stated. Creative Commons Attribution 4.0 International Licence