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sgH LATMO (3,i4)
Vattene, e all'amorosa Evirallina
Di ch'io cackli con fama, e sì le arreca
Cotesta spada, che all'amato Oscarre
Gaulo con un sospiro: Ossian, che dici?
Io cl)viei rluncjue ritornar, te spento?
Ahi che direbbe il padre? e che F'ingallo
Re de' mortali? ad altra parte i fiacchi
Voloeriano s^li sguardi, e dirien , vedi
li valoroso Gaulo, egli ha lasciato
L' amico suo nel proprio sangue immerso.
No , fiacchi , no , non mi vedrete in terra ,
Fuoichè nella mia fama. Ossian, dal padre
Spesso ascoltai de'valorosi i fatti,
Quando soli pugnaro , e so che l'alma
Nei perigli s'addoppia. E ben, si vada,
Scedendol dlss'io ; daranno i pachi
Lode al nostro valor, mentre alla morte
Daranno il pianto; e di letizia un raggio
Scintillerà nei lagrimosi sguardi .
No non cadder, diranno, i figli nostri
Com' erba in campo ; dalle man dei prodi
Piovve la morte. E the dich'io? che penso
All'angusta magion? difesa è'I brando
Dei valorosi , ma la mone insegue
La fuga de' codardi , e li raggiunge .

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