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2y6 LATMO (,9,)
Non riniarran che 1 fiacchi. Oh quanti eroi ^
Quanti guerrieri se n'andar sotterra
Nei dì di Memi ! io qui restai, ma certo
Non per mia colpa , che né alcun cimento^
Né tenzon ricusai. La notte avanza,
Disse Fingàl, su via , prendan riposo
Gli amici nostri, onde al tornar del giorno
Sorgano poderosi alla battaglia
Contro r oste di Latmo : odi che freme,
Simile a luon che brontola da lungi .
Ossian , e Gaulo da la bella chioma ,
Voi siete levi al corso: e ben, da quella
Selvosa rupe ad osservar n'andate
I paterni nemici: a lor per altro
Non vi fate sì presso : i padri vostri
Non vi saranno ai fianchi a farvi scudo.
Non fate, o figli, che svanisca a un punto.
La vostra f\ima: ardor cauto v'accenda.
Che a valor giovanile error va presso (/) .
Lieti l'udimmo, e ci movemnjo armati
Ver la selvosa balza: il cielo ardea
Di tutte quante sue rossicce sielle,
E qua e là volavano sul campo
Le meteore di morte: alfin l'orecchio
Giunse a ferirci il bisbisliar lontano
(i) Si è dato uu po'di tornio all'espressione alquanto fiat;
Sii dell'originale: il valor del giovine pud fallire .

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