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(,^3) LATMO 295
Del possente Comallo . Annuvolossi
Di Morni il ciglio (r) 5 rosseggiante il guardo
Torse sopra d' UUin ; cessonne il canto .
Vide r alto Fingallo,, e al vecchio Eroe
Dolcemente parlò: duce di Strumo,
Perchè quel bujo? ah ! sempiterno oblia
Il passato ricopra, i nostri padri
Pugnaro, è ver; ma i figli lor congiunti
Son d'amistade,e a genìal convito
S' accolgono festosi : i nostri acciari
Nemiche teste a minacciar son volti,
E la gloria è comun : ricopra, amico,
I di dei nostri padri eterno oblio.
O re di Selma, io non abborro il nome
Del padre tuo, Morni riprese: ed anzi
Lo rimeaibio con gioja : era tremenda
La possanza del Duce , era mortale (s)
II suo furore : alla sua morte io piansi.
Cadon , Fingallo , i prodi ; alfin su i colli
(r) Il cantore avea scelto assai male il suo soggetto. Co-
mal era stato nemico di Morni, e restò ucciso in una battaglia
contro di esso. Sembra però che Morni si annuvolasse nel ci-
glio non per odio contro Cornai, ma per timore clìe questo no-
me risvegliasse a Fingal la memoria dell' antica nimicizia fra le
due famiglie . T. /.
(5) Quest'espressione nell'originale è ambigua, perdio
può signiGcare ugualmente e che Cornai uccise molti in batta-
glia, e che il suo odio era implacabile, né s'estinguea che col-
la morteli traduttore ha conservata l'ambiguità dell'origina-
le, come è probabile che fosse l'intendimento del poeta. T. i,

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