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254 COLANTO (94)
Della sua luce 1' orgogliosa pompa {q) .
Partendo da Golanto , io veleggiava (/•)
Tutto festoso, con placida auretta,
E l'isola dell'onde costeggiava.
Ivi dell' amor suo la verglnetta {s)
Vidi i cervi inseguir leggeramente
In cacciatrici spoglie agile e stretta.
Elia pareami raggio d'oriente,
Ch'esce fuor fuora,
E i nembi indora
Di luce amabilissima ridente .
Il nero crin sul petto le cadìa.
Piegava l'arco,
Gentile incarco,
Curvetta in atto pien di leggiadrìa.
Ella mostrava il candidetto braccio,
(g) L'originale; il suo fasto di luce .
{r) loscar già tranquillo sul pericolo della burrasca sì
compiace di riandar la sua storia. Tutto il pezio seguente si é
tradotto in metro lirico come più passionato e più vario .
(s) L'originale ha: il mio corso era verso V isola dell' on-
de , ove U di lui amore ( l'amica di Conlath ) inseguiva i cer-
vi. Ciò parrebbe indicare e che a Toscar era noto 1' amore di
Conlath per Cutona, e che non pertanto egli si portò colà de-
liberatamente coU'intenzion di rapirla, il che sarebbe un atto
odioso di tradita ospitalità . Pure dalle parole di Toscar posto
più sotto al verso 116 e al v. 141, apparisce il contrario. In-
coerenza ai detti luoghi si è fatta qiii una piccola modifica-
zione nelle parole del testo, dalla quale sembri che l'incontro
di Cutona fosse fortuito, e lo sbarco di Toscar prodotto occa-
tionalmente senza disegno premeditato.

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