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24o I CANTI (...y)
Porta ai;l>uscel di rosseggiami frutta.
Ivi t'attende /Vrmiro; ed io men venni
Per condurgli il suo amor sul mare ondoso»
Credè Daura ed andò: cliiama, non sente
Che il figlio della rupe {a): Armir, mia vita.
Amor mio , dove sei ? perchè mi struggi
Di tema il core? o d' Adanarto (è) figlio ,
Odi, Daura ti chiama . A queste voci,
Fugginne a terra il traditore Erasto
Con ghigno amaro . Essa la voce inalza ,
Chiama il fratello , chiama il padre: Armino,
Padre, Arindallo, alcun non m'ode? alcuno
Non porge aita all'infelice Daura?
Passò il mar la sua voce; odela il figlio,
Scende dal colle frettoloso, e rozzo
In cacciatrici spoglie f appesi al fianco
Strepitavano i dardi, in mano l'arco,
E cinque cani ne seguìan la traccia.
Trova Erasto sul lido , a lui s' avventa ,
E l'annoda a una quercia; ei fende invano
L'aria di strida , Sovra il mar sul leo^no
(a) L'eco. Era opinione del volgo cTie questa repetizioi.j
del suono provenisse da uno spirito clie stava dentro la rupe .
Perciò l'eco era dai Caledonj detta Mac talla vale a dire il
figlio che abita nella roccia . La mitologia nella prima epoca
fu la fisica delle nazioni , e questa fisica fu sempre a un di
presso la stessa .
(i) Armino , sposo di Daura .

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