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9i4 CARTONE (4,4>
Non fuggirò; stendi la lancia, e taci.
Essi pugnar, CDme contrai] venti
Ch'onda fiapposla d'aggirar fan prora.
Ma '1 garzor) coniandava alla sua lancia
Ch'ella sfallisse, perchè pur credea
Che il nemico guerriero esser potesse
Lo sposo di Moina. Egli in due tronchi _
L'asta spezzò di Clessamorre , il brando
Gli strappò dalle rnan; ma mentre ei stava
Per annodarlo, Clessaraorre estrasse
11 pugnai de'suoi padii; inerme il fianco
"Vide, e l'aperse di mortai ferita {ù).
Scorge abbattuto Clessamòr dall' alto
Fingallo, e rapidissimo discende
D'arme sonando: in faccia a lui si slette
L'oste in sileazio ; nell'Eroe son fitti
Tutti gli sguardi. Somighante ei venne
Al fragor cupo di negra tempesta
Pria che i venti sullevinsi; smarrito
11 cacciator nella vicina valle
L'ode, e ricovra alla montosa grotta.
Stava il garzon immobile ; dal fianco
Scorreagli il sangue : il Re scendere ei scorse,
(b) Clessamorre non s' era arreso, ma seguitava a difen-
Jersi, benché Cartone lo computasse per vinto , e l'orgoglio
del veccliio guerriero doveva esser irritato dal vedersi sul punto
d'esser fatto prigioniero da un giovinetto. Perciò l' azione di
Clessamorre non può risguardarsi come proditoria, ma come
una difesa permessa dalle leggi della guerra.

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