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2o6 CARTONE (^.s)
O di Morven , cUss'el, figli possenti,
Tenjpo or non è di ricolmar la conca
Giojosamente ; sopra noi s'abbuj'a
Aspra battaglia, e su le nostre terre
Vola la morte. A me l'annunzio amica
Ombra recò: vien lo stranier dal mare
Fosco-rotante, clie dall'onde il segno
Venne del gran periglio. Ognuno impugni
La poderosa lancia, ognuno al fianco
Cinga il brando paterno j ad ogni capo
11 nero elmo s'adatti, e in ogni petto
Splenda l'usbergo: si raccoglie e addensa,
Come tempesta, la battaglia, e in breve
Udrete intorno a voi l'urlo di morte.
Mosse l'Eroe delle sue squadre a fronte,
Simile a negra nube, a cui fa coda
Verde striscia di fuoco, allor che in cielo
S'alza di notte, ed il noccliier prevede
Vicino nembo . Si ristette 1' oste
Sopra il giogo di Cona , e lei dall'alto
Le verginelle dal candido seno
Rimirano qual bosco: esse la morte
Preveggon già dei garzonetti amati,
E paurose guardano sul mai e
E fansl inganno j ad ogni candid'onda
Credon mirar le biancheggianti vele
Degli stranieri, e sulle smorte guaucie
Stannosi l'amorose lai^rinietie .

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