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(.37) CARTONE 2o3
Fiocca spessa la neve in larghe falde,
E U mondo resta tenebroso e muto.
Tacque, ciò detto, e a'suoi cantor rÌTolto
Disse l'alto Fingàl: tìu;li del canto.
Air infelice e tenera Moina
Lodi tessete, e coi leggiadri versi
La belTombra invitale ai nostri colli ^
Ond'ella possa riposarsi accanto
Alle di Morven rinomate Belle,
Raggi solari dei passati giorni,
E dolce cura degli antichi eroi.
Yidi Barcluta anch' io, ma sparsa a terra,,
Rovine, e polve: strepitando il foco
Signoreggiato avea per l'ampie sale,
Né più città , ma d'abitanti niuto
Era deserto : al rovinoso scrollo
Delle sue mura , avea cangiato il Cluta
L'usato corso: il solitario cardo
Fischiava al vento per le vuote cose ;
Ed affacciarsi alle fcnestre io vidi
La volpe, a cui per le muscose mura
Folta e lungh'erba iva strisciando il volto .
Ahi di Moina è la magion deserta,
Silenzio alberga nei paterni tetti:
Sciogliete il canto del dolore, o vati,
Su i miseri stranieri: essi un sol punto
l'rima di noi cadèro; un punto poi
Cadrem noi pur, sì cadrem tutti. O figlio

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