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1^4 CROMA (,3^)
L'alma mia ne' conviti : alla presenza
Degli ospiti stranier rideami il core,
Quando nella mia reggia il tìglio mio
Splender solea; ma un raggio, Ossian, è questo
Che già sparì, né dopo se scintilla
Lasciò di luce: anzi il suo tempo ei cadde
Nelle pugne paterne. Il duce altero
Di Tromlo erbosa, il fier Rotmano intese
Che a me la luce s'oscurò, che l'arme
Pendean nella mia sala inoperose
Dalle pareti. Ambizioso orgoglio
Sorsegli in core: ei s'avanzò ver Croma ;
Caddero le mie schiere; io de' miei pa<lri
Strinsi Tacciar : ma che potea Crotarre
Spossato e cieco ? erano i passi miei
Disuguali, tremanti, e del mio pelto
Alla l'angoscia; sospirava i giorni
Di mia passala etade, in ch'io nel campo
Spesso del sangue ho combattuto e vinto.
Tornò frattanto dalla caccia il figlio ,
Fagormo il bello dalla bella chioma;
Non per anco egli ave;; nella battaglia
Sollevalo Tacciar, che giovinetto
Era il suo braccio ancor; ma grande il core,
E fiamma di valor gli ardea negli occhi.
Vide il garzone i miei scomposti passi,
E sospirò. Perchè sì mesto, ei disse,
Sitinoi" tli Croma? or se' tu forse afflitto

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