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(,^,, DI LORA i5i
La man di morte. Era possente in guerra
Colui eh' ora è sì basso , e molto in Sora
Pianto sarà. Verranno alla sua reggia
Stranieri figli, e in rimirarla muta ,
Meraviglia n'avran . Straniero, ei cadde,
E della sua magion cessola gioja:
Volgiti ai boschi suoi ; là forse errando
Vaisene l'ombra sua, ma in Morven lungi
Giace 1' Eroe sotto straniera spada.
Così parlò Fingàl, quando i cantori
Incomiciaro la canzon di pace.
Le sollevate spade a mezzo il colpo
Noi sospendemmo, e risparmiossi il sangue
Del debole nemico. In quella tomba (g)
Gollocossi Eragonte, ed io disciolsi
La voce del dolor. Scese sul campo
La buja notte ; del guerrier fu vista
Errar l'ombra d'intorno: avea la fronte
Torbida, nebulosa, e un sospir rotto
Stava sul labbro . O benedetta , io dissi (io).
L'alma tua, re di Sora: era il tuo braccio,
Forte , e la spada spaventosa in guerra ,
Ma nella sala del bell'Aldo intanto
Lorma sedeasi d'una quercia al lume .
Scende la notte; Aldo non torna, è mesto
H cor di Lorma . O cacciator di Cena (e) ,
{d) L'originale: cade la battaglia.

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