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(5,0) BERATO 343
O sorde a'miei lamenti onde marine?
Lassa! non fu già sempre oscuro speco
L'albergo mio, né gli alberi e le balze
Della mia gioventù furo i compagni.
Nella sala di Tortomo la festa
Lieta spargeasi, s'allegrava il padre
Neil' udir la mia voce ; i giovinetti
Gli occhi volgeano a' miei leggiadri passi {a)..
E aNinatoma dell'oscure chiome
Più d' un dolce sospir gemea dappresso (<^).
Allor fu che giungesti , Utalo, adorno
Come il Sole del cielo; Utalo amato,
Ti vidi, e ti bramai: chi ti resiste,
O rapitor dei tenerelli cori (e)?
Ma perchè dunque tra'l fragor dell' ónde
Mi lasci egra e romita ? ah di tua morte
Forse il nero pensier mi stagna in petto (d) ?
(a) L'originale: vedeanmi i giovinetti nei passi della
mia. amabilità,
(t) V oiiginale: e benedicano la nero cromia Niiia-
thoma .
(e) L'originile: l' anime delle vergini erano tue, figlio
del generoso Latmor . Tra le anime delle vergini Ossian vol-
le comprendere anche quella di Ninathoma senza dirlo espres-
samente . Si è conservato il sensodel testo col verso rapitor ec.
ma se ne premise un altro die spiega tosto la passione della
donzella, e con cui ella sembra scusarsi, se s' innamorò d'un
tei furfante; si può pnssarle questa scusa, perchè questo è lo
stile del sesso; ma non si può scusar in alcun modo né lei né
Ossian à' aver qualificato costui col titolo i[i figlio del genero-
so Latmor eh" era appunto ciò che rammentava il delitto che
lo reiidea detestabile .
{dy Questo par che debba esser il senso delle parole del-

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