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(=7=) OTTONA 327
Della Mi!,i fuma (r): allor siirien trascorsi
Oli atiii! 'niei nella gioj;!, e le donzelle
Aviijno bi'nedetti i pii'isi miei.
Cu-i ,0010 anzi tempo, o (Tanlo , io moro,
E 'I \et\hio padre mio, inis?ro padre,
S'arrusslrà pe> n)e. P.dlida cadde
Stille rupe di Trornato: l'Eiue
Le aliò la tomba , e la ba^^nò di pianto .
Gaulo in Selma tornò; ciascun s'accorse
Della sua oscuritade . Ossian all'arpa
Stese la destra, e della bella Oitona
Cantò le lodi. Sulla faccia a Gaulo
La luce ritornò: ma tratto tratto,
Mentr'ei si stava tra gli amici assiso,
Gli scappava ilsospir. Così talvolta,
Daccbè cessaro i tempestosi venti,
Crollano i nembi le goccianti piume .
(e) Non violata da quel brutale. Oitona osserva la più
delicata decenza. In tutte le ^uep.irole non v' è nulla di gros-
solano o di basso . S' intende , ma non si sente.

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