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(291)
L A T M O
lOelma , Selma , che veggio (a)? oscure e mute
Son le tue sale ; alcun romor non s' ode,
Morveo, ne' boschi tuoi: l' onda romita
Geme sul lido, il taciturno raggio
A' tuoi campi sovrasta : escono a schiere
La verginelle tue, gaje, lucenti,
Come il vario-dipinto arco del cielo ,
E ad or ad or verso l'eibosa Ullina (ò)
Volgono il guardo, onde scoprir le bianche
Vele del Re: quei di tornar promise
A' colli suoi, ma lo rattenne il vento,
L'aspro vento del nord. Chi vienPchi sbocca
Dal colle orientai (e), come torrente
D'oscuritade? ah lo ravviso; è questa
L'oste di Latmo. Sconsigliato ! intese
(a) Ossian, eh' era lontano con Fingal , si trasporte
coir immaginazione al tempo dell'arrivo di Lathmon .
(b) Non si sa qual fosse il soggetto del riaggio di Fingal
in Irlanda. È però probabile che ci fosse ito per sostener quel
re ch'era forse Cairbar suo cognato, nelle sue contese con-
tro la famiglia di Atha .
(e) Sembra da queste parole che Lathmon fosse un prin-
cipe della nazione dei Pitti o sia di que' Caledonj che antica-
nientc abitavano la costa orientale della Scozia. 1'. /,

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