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i8S • OINAMORA (5,>
Bencljò lontani, ai nostri cor son presso.
Verace sangue di Tremmòr, riprese,
I detti tuoi sono al mio cor, qua! fora
La voce di GruUoda (/) , il poderoso
Del ciela abitator, quand'ei favella
Da una squarciata nube ai figli suoi .
Molti allegrarsi al mio convito , e tutti
Obliaro Malorcoj io volsi il guardo
A tutti i venti, e alcuna vela amica
Non vidi biancheggiar: ma che! l'acciaro
Suona nelle mie sale, e non la conca (w).
Vieni stirpe d'eroi, la notte è presso;
Vieni alla reggia ad ascoltar il canto
Della bella di Fùrfedo . N'andammo ,
E d'Oinamora le maestre dita
S'alzarono sull'arpa: ella su tutte
Le sue tremule corde in dolci note
Fé' risonar la sua dolente istoria "(«j.
Stelli a mirarla rispettoso e muto,
Che sparsa di bellezza e maeslade
Dell'isola selvosa era la figlia;
Ei begli occhi a veder parean due stelle ,
Quando in pioggia talor fra stilla e stilla (o)
(I) Mal- oicliol , come principe d' un'isola della Scandina-
Tia, era anch' egli adoratore di Odin.
(m) Bel tratto contro gli amici del bel tempo .
{?0 L'originale; ella svegliò la sua mesta istoria da eia-
scuna corda tremante .
(o) L' origiuale non parla di stille , ma di pioggia dirotta.

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