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(520) CROMA 167-
U vecchio Eroe, né sospirar s'intese.
Ei brancolando con la man ricerca
La ferirà del fiijlio : in mezzo al petto
La gli trovò ; balza di gioja, e volto
Al figlio di Fingallo: o re dell'aste,
Disse, non cadde il figlio mio, non cadde
Senza della sua fama; il garzon prode
ISon fuggì no, fessi alla morte incontro,
E la cercò tra l'affollate schiere.
O felici color , che in giovinezza
Muojon cinti d' onori logori e stanchi (A)
Non li vedrà l' imbelle schiatta , e insulto
Non farà il vile alla lor man tremante
Con amaro sorriso : allo nei canti
Sta il nome lor; del popolo i sospiri
Seguonli, ed alla vergine dall' occhio^
La tepidetta lagrima distilla.
Ma i vecchi dechinando a poco poco
Scemano , inaridiscono, si sparge
D' oblìo la fama dei lor fatti antichi,.
Cadon negletti , ignoti, e non si sente
Sospir di figlio: alla lor tomba intorno.'
(h) Questo pTÌmo memtro nell' originale è espresso cosi :
il debole non lo vedrà nella sala . Intendasi confinato nella,
sala e reso impotente dalla vecchiezza; senza di che 1' esser
semplicemente veduto nella sala, non sarebbe una disgrazia :
il sentimento potrebbe anche ammettere un* altra spiegazione,
ma ciò che segue mi determinò per la presente ,

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