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Xii9X
TOSCARRE.
{a) Tempeflofa notte.
Notte atra : rotolavano Je querele
Dalle moncasne ; il mare infin dal fondo
Rimefcolato dal vento mugi^hiava
Terribilmente , e T onde accavallandofi
Le noflre rupi ricopriano , il cielo
Mollravaci la felce inaridita
Col Tuo frequente balenar r Fercuto
Vidi lo fpirto della notte {h) ; ei flava
Muto fopra la fpiaggia ; io ne dillinfi
Le lagrime i ei fembrava uom d' anni srave ,
E care© di penfier .
FERCUTO.
Tofcarre , al certo
Quefti è tuo padre: ah eh' ei nella fua iHrpe
Qpalche morte prevede , in tale afpetto
Già , mi rimembra , ei fé' vederli in Cromia
Pria che cadelFe il gran Mornante (r) . Uiiina ,
Uilina, o quanto graziofi e cari
Sono i tuoi monti, e le tue valli erbofe.
Sopra gli azzurri tuoi rufcelli fiede
Grato filenzio , e ne' tuoi campi è il Sole .
Soaviffimo in Selama {d) a fentirfì
E* il fuon deli' arpa , amabili e gioconde
In
CO Offian ha già defcritta la Scena dell'azione. Ora s'
introduca Tofcar a riflettere fopra la tempefta che comincia-
va a ceifare. Pofcia va riandando collo fpirito la fua avven-
tura amorofa . •
Cb") Uno Al quei Spiriti che producevano le tempefte";
Co Ma-ronnan, fratello di Tofcar. Il TraJjtct>re po.Te-
de un Poema intorno la morte flraordinaria di quell'Evo*.
C<^) Q.uefta non è quella Selanja, che jra l'io u<io u il
' "Uuia. Vedi i'Aiiiiot. al v. 8i. di qt.'. /j.-at.

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