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DHTe Ja bella : non vedrà Dartula
Giammai le Tale di Cairba ofcuro :
Su quell'arme recatemi, ch'io veggo
Nella nave colà fplender a quella
PafTeggepa meteora \ entrar vogl' io
Nella battaglia. Ombra ed nobii Cola,
Sei tu eh' io veggio in quella nube ? e teco
Queir ofcuro che è l io riconofco ,
Egli è Trutillo r ed io vedrò le fale
Di colui , che '1 frate! m' uccife, e '1 padre ?
Spirti dell' amor mio , no , non vedrolle .
Nato di gioia arfe nel volto udendo
Le voci fu e-: figlia di Cola , ei diHe ,
Tu mi fplendi nell' alma ; or via , Cairba
Vien co' tuoi mille: il mio vigor rinafce,
Canuto Ufuor, no non udrai che '1 fisUo
Dato iiafi alla fuga r io mi rammento
Le tue parole in Età , allor che alzarli
Le vele mie, che già itendeano il corfc
In verfo Ullina , e^ la mufcofa Tura .
Tu vai , Nato , difs' egli , al Sir der feudi
Al prode Cucullin, che dai perigli
Mai non fuggì , fa che non lìa il tuo braccio
Fiacco , ne iìen di fuga i pender tuoi .
Onde non dica mai di Semo il figlio ,
Debile è nel pugnar la (lirpe d' Età.
Giunger ponno ad Ufnor le fue parole
E rattriilarlo . Lagrimando ei diemmi
Queffa lucida fpada . Io venni intanto
Alla baja di Tura: ofcure e mute
N' eran le mura , rifguardai d' intorno , J
Né trovai chi novella a me recaffe
Del prode Cucullin : venni alla fala
Delle fue conche ; effer foleanvi appefe
L' arme de' padri fuoi ; non v' eran 1' arme ,
E r antico Lamor fedea nel pianto .
D' onde vien queflo acciar ? dille forbendo
Me-

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