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(374)
Syo LA NOTTE (.oi
ir cervo geme —sul musco del monte,
L' arborea fronte — il vento gli percote ;
Spesso ei si scuote — e si ricorca spesso.
Entro d' un fesso — il cavriol s' acquatta ,
Tra l'ale appiatta — il francolin la testa .
Teme tempesta — ogni uccello, ogni belva;
Ciascun s'inselva — e sbucar non ardisce;
Solo stridisce — entro una nube ascoso
Gufo odioso ;
E la volpe colà da quella pianta
Brulla di fronde
Con orrid' urli a' suoi strilli risponde.
Palpitante, ansante, tremante
Il peregria
Va per sterpi , per bronchi , per spine ^
Per rovine,
Che ha smarrito il suo cammin.
Palude di qua.
Dirupi di là ,
Teme i sassi, teme le grotte,
Teme l'ombre della notte;
Lungo il ruscello incespicando.
Brancolando
Ei strascina l'incerto suo pie.
Fiaccasi or questa or quella pianta .
Il sasso rotola , il ramo si schianta ,
L'aride lappole strascica il vento.
Ecco un' ombra , la veggo, la sento;

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