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(198) E GOLAMA. 273
Ed insensibilmente nell'orecchio
Iva n»ancando il mormorio del Teuta ,
Ecco pallida pallida, mostrante
Le sue ferite, di Colmante l'ombra
A lui venirne; ella chinò la testa
Verso di Calto, e alzò la debol voce .
Dorme tranquillo di Ratmorre il figlio,
Mentre spento è'I fratel ? pur sempre assieme
N'andammo a caccia, assieme i snelli cervi
Sempre usammo inseguir: non ti scordasti
Del tuo fratel, finché morte non ebbe
Inaridito il fior della sua vita [k) :
Pallido io giaccio là sotto la rupe
Di Leno: alzali , Calto, alzati, il giorno
Yien co' suoi raggi ; e 'I barbaro Duntalmo
Strazio farà dell' insepolte membra.
Passò via nel suo nembo: i suoi vestici
Ravvisò Calto : in pie balza fremendo
D'arme sonante. Colama infelice
S' alza con esso, per l'oscura notte
Ella il diletto suo guerrier seguìa,
La pesante asta traendosi dietro.
Giunse Callo sul Lono , il corpo vede
Dell'estinto fratel; sospira, avvampa
Di dolor , di furor; rapido ei scagliasi
(h) L'originale: finché morte non ebbe appassita la su0:
giOiitllu.

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