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a6G CALTO (,9)
Dimmi , straniero, in quella sala appeso
INon vedi tu uno scudo? esso è segnato
Dai colpi della zuffa ; è dell'acciaro
La lucidezza rugginosa e fosca.
Duntalmo, il sire dell' acquoso Tenta ,
Quello scudo portò, Duntalmo in guerra
Già portarlo solea , pria che per l'asta
D' Ossian cadesse : o della rupe figlio ,
De' passali anni miei la storia ascolta.
Reggea'l Cluta Ratmòr : dei mesti e oppressi
Era la sua magion rifugio e porto.
Sempre le porte sue dischiuse, e sempre
N'era in pronto la festa; a lui vet)iéno
Dello straniero i figli, e , benedetto
Sia di Ratmorre il generoso spirto,
Giano esclamando; si scioglieano i canti,
Si toccavano l'arpe, onde agli afflitti
Raggio di gioja risplendea sul volto.
Venne il truce Duntalmo, ed avventossi
Contro Ratmòr; vinse il signor del Gluta,
Duntalmo ne fremè; tornò di notte
Con le sue squadre; il gran Ratmòr cadéo
In quelle sale istesse, ove ai stranieri
Sì spesso egli apprestò conviti e feste.
Eran del buon Ratmorre al carro nato
Callo e Colmarle giovinetti figli:
Ambo spiranti fanciullesca gioja
Vennero al padre suo J videro il padre

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