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i6o CROMA. reo)
Elle a quei di luce ardevano ,
E splendevano ,
Com'ero di slranier risplender suole.
Questa si fu dell'amor mio la voce ;
Ah ! troppo rado ei viene
A consolar Malvìna in tante pene.
Ma nell'anima mia tu vivi e spiri ,
Figlio di Ossian possente:
Col raggio d'oriente
S' alzano i miei sospiri;
E dalle mie pupille
Discendono le lagrime
Con le notturne rugiadose stille .
Oscar, te -vìvo, ero una pianta altera
Adorna di fioriti ramicelii :
La morte tua , com' orrida bufera ,
Venne, e scosse i miei rami e i fior si belli»
Poscia tornò la verde primavera
Con le tepide pioggie e i venticelli :
Tornar V aurette , e i nutritivi umori ;
Ma più non germogliai foglie nò fiori.
Le verginelle il mio dolor miiarno,
Le dolci corde dell'arpa toccaro.
Taciti, o arpa, che tu tenti indarno
D'asciugarmi sugli occhi d pianto amaro.
Le verginelle pur mi domamlarno:
Lassa, che hai ? sì vago eia il tuo caro?
Er' egli un Sol, che tu l'ami cotanto?

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