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.^,<) DMNISTONA i33
Del possente Fingallo. O Selma, o Selma ,
Veggo le torri tue , veggo le querce
Dell'ombrose tue mura: i duci io veggo
Della morvenia stirpe. Oscarre inalza
La spada di Cormallo, e cerchio fangli
Mille garzoni a contemplarla intenti;
Essi nel figlio mio fisano i sguardi
Gravi di meraviglia, e del suo braccio
Vantan la gagliardia : scorgon del patire
Gli occhi in gioja natanti , e braman tutti
Impazienti a sé fama simile.
Sì sì, la vostra fama , amici eroi ,
Voi tutti avrete: i miei compagni antichi
Spesso sorgonmi in mente, e spesso il canto
Tutta l'anima mia vivido irraggia .
Ma sento il sonno al suon dell'arpa musica (6)
Tacilo placidissimo discendere ;
Già veggo i sogni che pian pian s'inalzano
Lusinghevoli, e intorno mi s'aggirano .
O figli della caccia , altrove , altrove {q)
11 romoroso
Passo portate,
Il riposo — non turbate
Del cantor, che con la mente
Dolcemente-se ne va ,
{q) Adjuro vos , filiiz Jenmalem, per capreas cemosqxie
camporum ^ ne suscUetis neqiie evigilare^faciaUs dllectaut
quoad ipsa idit. Cant.

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