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6S CALLODA (js)
Isfavillante della Luna il raggio
Fiedea le balze ; a quel chiaror rifulse
Leggiadra forma ; di Loclin donzella
La scopriano le vesti {a) ; ondeggia il crine ,,
Biancheggia il petto, disuguali e brevi
Sono i suoi passi; uno spezzato canto
Lancia sul vento, ad or ad or dibatte
Le bianche braccia, e si contorce : angoscia.
Par che in quell'alma desolata annidi.
O Torcutorno {ò) dall'antico crine.
Ella cantò, dove t'aggiri? intorno
Forse al Lula paterno? ah tu cadesti
Lungo le sponde de' tuoi rivi , o padre
(a) Nel testo si dice solo, cV ella era simile alle donzelle
dì Loclin: ma non so come potesse ravvisarsi tale fuorché al-
le vesti . In altro poema parlando d'una giovine britanna si
dice ^che le sue vesti erano dell' estrania terra.
(b) Torcul-torno, secondo la tradizione, era re dì Crath-
lun , nel distretto nella Svezia , presso il fiume Lulan . Avend»
questi invitato amichevolmente in saa casa Starno di Loclin ,
i due re coi loro seguaci andarono a caccia, ed essendo sbuca-
to dal bosco un cignale fu tosto ucciso da Torcul-torno . Par-
ve a Starno che con ciò fosse violato il privilegio degli ospiti ,
i quali erano sempre onorati, come si esprime la tradizione ,
col pericolo della caccia .Tanto bastò , perchè quel feroce ap-
piccasse zuffa , in cui Torcul-torno co' suoi restò disfatto ed uc-
ciso. Starno continuando la sua vittoria devastai il distretto di
Crat-lun, e giunto alla residenza di Torcul-torno, ne menò
.<;clii,iva Conban-carglas figlia del suo nemico, e la confinò in
una grotta presso il palagio di Gormal, ove di cordoglio im-
pazzi. T.i.
Questo è il canto di Comban-carglas, che si lagna della
molte del padre e della sua miseria .

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