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)( 20S X
Già de! Éangiie ancor fumanti
Di cervetti faltellanti ,
Di capretti palpitanti.
Che restar conquifi e infranti
Dall' artiylip^ sbranator.
Figli di Cona ondofa , a riicuardarvì ,
Di meravii^lia gravi
Fuor degli .;aerei chioilri
Vengono i padri voitri e vengon gii avi.
Tal fa del vati la canzon notturna
Sopra il Mora de' cervi . Alzafi un foco
Di cento quercie rovefciate ; in mezzo
Ferve il convito : vi fan cerchio intorno
I rilucenti Eroi : fra lor Fingallo
Facile a ravvifarfi ; al mormorante
Soffio inugual d' occid\;ntali venti
Fifchiar s' udiano T aquiline penne ,^
Cimier dell' elmo : ei lungo tratto in giro
Volge alternando i taciturni fguardi :
Alfin parlò. Sente il mio core. un vuoto
Nella noifra letizia , e tra' miei fidi
Scorgo una breccia : d' una pianta altera
Bafla è la cima ; uria tempeila in Selma ,
Ov*' è '1 Sir di Duniora ? ai mio convito
Obbliarlo dovrò ? quand' egli ha mai
Straniero o peregrin pollo in obblio
Al convito , alla fella ? E pur ^\ tace ì
Ah Conal non è più : rivo di gioja
Ti fcontri , o Duce , e rapida ti porti
Falda di vento alle paterne Tale,
Onian 5 facelia è V alma tua : n' accendi
La memoria dei Re ; iveglia le prime
Scintille di Tua gloria . Era canuta
la chioma di Conallo : i Tuoi verd' anni
Frammilchiarfi co' miei ; nel giorno^ ifiefib
Ducaro primamente agli archi noitri
Po-

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