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X 14 )C
Gonfiando di Togorma i mari ondofTj,
Dacché tu nel fragor delle battaglie
Lungi ti ftai dalla fedel Bragela .
O di Dunfcaglia nebalofi colli.
Quando fìa che al latrar de' veltri Tuoi
Io VI fenta ecchcggiar .' ma voi vi fiate
Celando tra le nubi il capo ofcuro ,
E r afflitta Bragela in van vi chiama ,
Precipita la notte : a poco a poco
Manca dell' Ocean la faccia azzurra.
Già fotto l'ale il fuo cremato capo
Appiatta il gallo , già la damma giace
Là nel deferto al fuo cervetto accanto v
Pofcia col nuovo dì forgendo andranno
Lungo la fonte a ricercar paftura .
Ma le iagrimie mie tornan col fole ,
E con la notte crefcono i miei lai ^
Quando quando verrai
Nel fuon delle tue armi,
Re di Tura mofcofa a confolarmi ?
O figlia di Sorglan (/?) , moke l'orecchia
D' Oflìan il canto tuo , ma va , ricorra
Là nella f^ia delle conche , al raggio
D' accefa- quercia , e dà 1' orecchio al mare
Che romba al muro di Dunfcaglia intorno *
Su gli azzurri occhi tuoi placido fonno
Scenda , e venga nel fono a confolarti
L'amato Eroe ^ Sta Cucullin fui Lego,
Preffo r ofcuro rotear deli' onde . _
Notte cerchia l'Eroe; fparfi fui lido
Stanno i fuoi mille y cento querele accefe
Fan fcintillar la diradata nebbia ,
E '1 convito per V aere alto fumeggia »
Qa') Gffìsn <^oti la fua folita aria eiitti/ìaftica parla a Bra-
gi*la , come folfe y^rcfente, e come fé la morte di Cuculliiio
avcffe ancora a fucceder* .

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