Skip to main content

‹‹‹ prev (326)

(328) next ›››

(327)
LA GUERRA
OOnno di cacciatoi' fembra fui monte
Trafcorfa giovinezza . Ei s' addormenta
Fra' rai del ibi , ma Ti rifveglia in mezzo
D' aipra tempeila : i rofleggianti lampi
Volano iiitorno , e le ramofe cime
Scotono i bolchi : ei fi rivohje , e cerca
Il dì dd lol che sia s* afcolc , e i dolci
Sogni dd fuo ripofo . Oiìian ? e quando
To^-nerà gioFÌnezza ? il fnon dell' armi
Quando conformerà gii orecchi miei ?
Quando mi iia di fpaziar concefib
Entro la Ince del mio acciaro antico ,
Come un tempo Oicar mio ! Venite o colli x
Del patrio Cona , e voi venite, o fonti,
D' Oilian il canto ad afcoltare : il canto
Già mi ipunta nell' alma a par del Sole ;
E alla letizia de' pafiati tempi
Già mi fi fchiude il core. O Selma, o Selma
Veggo le torri tue, veggo le querce
Beir ombrofe' tue mura: i tuoi ruicelli
Mi Tuonano alP orecchio. Eccoli; intorno
Già s' adunano i duci ; aiìiib in n.ezzQ
Staffi Fingal fopra 1' avito feudo .
Pofa r alla alle mur.ì ; egli la voce
De' fuol candori afcolta, e d' udir gode
Del s io veni! fuo braccio i fcrti fatti .
Tornava Ofcar da caccia: ei di Fineallo
Le lodi intefe j il luminofo feudo
Spiccò di Brano (a) alia parere appefo,
E
C'O C^Jedo Brano è il padre d' Evirahirn , ed avolo d'
Ofcar. Egli era d'origine Irl.nndefe , e Signor del pacfe in,
tor.

Images and transcriptions on this page, including medium image downloads, may be used under the Creative Commons Attribution 4.0 International Licence unless otherwise stated. Creative Commons Attribution 4.0 International Licence